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Sono nato a Roma da genitori Ungheresi, vivo e lavoro a Milano. Autodidatta ho esposto in diverse personali e collettive, ottenendo numerosi significativi premi e lusinghieri consensi di critica e di pubblico. Da ventisei anni , nel periodo estivo, espongo i miei quadri in una importante associazione culturale di Alassio. Nel 2003 sono entrato a far parte dell?associazione culturale ?Le Arti? di Verona dove sono stato invitato a partecipare ad una importante mostra collettiva nel 2003 e nel 2004 nella citt? di Verona. Per dieci anni ho partecipato alla manifestazione che si svolge due volte all?anno con i pittori di Via Bagutta a Milano. Nel 1991 ho ricevuto la qualifica di ?Senatore Accademico? da parte dell?accademia Veneta Arti e Scienze per motivi artistici e impegno sociale. La mia ricerca pittorica pu? essere definita ?simbolismo poetico? perch? afferma Luciana Oliveri, ?Giorgio Bernardinelli ? un innamorato della vita e per gli innamorati tutto ? simbolInterests: Chi volesse riassumere in una parola la principale caratteristica della produzione pittorica di Giorgio Bernardinelli, la troverebbe perfettamente nella parola ?visione?: sono spazi dell?anima e accadimenti del nostro tempo, universi di uomini, di cose, di animali, espressi in un simbolismo personalissimo, dove l?acceso cromatismo diventa un ponte di luce tra la realt? e il sogno, in un intreccio di gialli, verdi, azzurri, di rossi, come lampade accese ad esorcizzare la morte. Se questo atteggiamento nasce dalla personalissima linfa dell?artista, non sono da trascurare i suoi ascendenti ungheresi, quel bisogno di stordire la malinconia nella forza accesa del folklore, quella tensione verso l?assoluto che fa dire al poeta magiaro Ady Endre ?il modo migliore di contentare noi ungheresi ? di non contentarci affatto?. Nei lavori di Giorgio Bernardinelli si sente la nostalgia degli antichi cantori, dei novellatori nelle notti d?inverno quando la vita e la favola si confDreams: Who wanted to resume in a word the principal characteristic of the pictorial production of George Bernardinelli, it would perfectly find in the word ?vision?: I am spaces of the soul and accadimenti of our time, men's universes, of things, of animals, express in a personal symbolism, where the power on chromatism becomes a bridge of light between the reality and the dream, in an interlacement of yellows, green, blue, of red as power on lamps to exorcize the death. If this attitude is born from the personal sap of the artist, they are not to neglect its Hungarian ascendancies, that need to stun the melancholy in the power on strength of the folklore, that tension toward the absolute one that makes to tell the poet magyar Ady Endre ?the better way to satisfy us Hungarian is not to satisfy at all us.? In the jobs of George Bernardinelli it hears him the nostalgia of the ancient choristers, of the novellatoris in the nights in winter when the life and the fable confused him as the
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